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Scritto dal Dott. Davide Caricchi
Scritto il 19 Giu, 2024
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Il disturbo ossessivo compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, dove per ossessioni intendiamo pensieri, immagini o impulsi intrusivi e persistenti, mentre per compulsioni facciamo riferimento a comportamenti ripetitivi o atti mentali che il paziente si sente costretto a compiere per ridurre l’ansia associata alle ossessioni o per prevenire un evento negativo: le compulsioni sono dei veri e propri rituali che, come abbiamo potuto analizzare nell’articolo precedente sull’argomento (La mente “assediata: il disturbo ossessivo-compulsivo) sono condizionati da dinamiche riconducibili al cosiddetto “pensiero magico”.

Le ossessioni e le compulsioni causano significativi disagi e interferenze nella vita quotidiana del paziente.
Le ossessioni possono essere considerate dei pensieri egodistonici ricorrenti. Ma cosa si intende per “egodistonico”? Significa che tali pensieri intrusivi sono in contrasto, se non addirittura in aperto conflitto, con il proprio Io e con i relativi desideri e aspirazioni di questa istanza.

Le compulsioni, come detto in precedenza, sono dei veri e propri atti ritualizzati che il paziente deve compiere per attenuare l’angoscia generata dalle ossessioni. Questo ci fa capire quanto il paziente ossessivo-compulsivo abbia a che fare costantemente con una consistente “fatica mentale” che va ad incidere in maniera considerevole sulla qualità della vita.

Le principali sofferenze psichiche riportate da questi pazienti possono riguardare 5 ambiti:
1) Rituali relativi a continue verifiche

2) Rituali inerenti alla pulizia

3) Pensieri ossessivi a cui non fanno seguito compulsioni

4) Lentezza ossessiva

5) Rituali misti.

Sovente il disturbo ossessivo-compulsivo è associato a episodi di depressione che vanno a complicare molto il quadro generale di sofferenza psichica. In tali contesti si assiste quasi sempre ad una compromissione nel funzionamento lavorativo e sociale, a tal punto da condizionare le relazioni con colleghi, amici e familiari.

Come si comporta solitamente una persona con disturbo ossessivo-compulsivo?

Come detto in precedenza, non è una vita facile quella della persona che soffre di disturbo ossessivo-compulsivo. Spesso il soggetto con disturbo ossessivo-compulsivo avverte un bisogno incontrollabile di eseguire i suoi rituali compulsivi in manera ripetitiva e pedante. Spesso egli presenta delle notevoli difficoltà ad astenersi dall’eseguire le compulsioni: non può proprio farne a meno! Se non lo fa, sta male.

Uno dei problemi principali del disturbo ossessivo-compulsivo è rappresentato dal fatto che l’esecuzione di tali compulsioni può comportare una perdita di tempo significativa e interferire con le attività quotidiane, come il lavoro, la scuola e le relazioni interpersonali. Il paziente ossessivo-compulsivo è consapevole di ciò ma non può farci niente, deve mettere in atto il rituale.

Talvolta la persona con disturbo ossessivo-compulsivo, onde evitare lo stress e la fatica mentale legati alla sua condizione, può anche tentare di evitare situazioni o oggetti che possono causare le ossessioni o le compulsioni. Ad esempio, una persona che ha ossessioni sulla contaminazione, può evitare di toccare oggetti che ritiene contaminati o luoghi pubblici.

Tuttavia questo comportamento presenta un “rovescio della medaglia”, in quanto tali condotte di evitamento alla lunga possono interferire con le attività quotidiane (si evitano di svolgere tante attività o tante situazioni di potenziale socializzazione) e portare ad un significativo impatto negativo sulla qualità della vita del soggetto.

A cosa è dovuto il disturbo ossessivo-compulsivo: cause del disturbo

Le cause del disturbo ossessivo-compulsivo sono molteplici e vanno a coinvolgere fattori biologici, psicologici e sociali.
Ma quali sono le principali cause biologiche alla base del funzionamento ossessivo-compulsivo? E quali sono invece le cause psicologiche e relazionali?

Cause biologiche

Per quel che concerne le cause biologiche, entriamo in un campo alquanto delicato e complesso.
Di sicuro, nell’insorgenza del disturbo ossessivo-compulsivo è coinvolta la serotonina, un neurotrasmettitore che contribuisce alla regolazione dell’umore e alla modulazione dell’ansia.

Tuttavia, anche il glutammato sembra implicato nell’eziopatogenesi del disturbo ossessivo compulsivo. Tale neurotrasmettitore è responsabile della comunicazione tra diverse aree del cervello coinvolte nella gestione dell’ansia e del comportamento ossessivo-compulsivo.

Infine, anche il sistema dopaminergico sembra avere un ruolo significativo nell’insorgenza di tale disturbo. Ma che cos’è il sistema dopaminergico? È un circuito di neurotrasmettitori che regola i processi della motivazione, della ricompensa e della gratificazione. Come si può intuire, il funzionamento ossessivo-compulsivo, riconducibile a rituali ripetitivi e a dinamiche di “pensiero magico” che affondano le radici in traumi o fragilità infantili, è strettamente correlato ai processi di motivazione, ricompensa e gratificazione.

In generale, possiamo notare come il disturbo ossessivo-compulsivo presenti una notevole complessità per quel che concerne le cause organiche, coinvolgendo il sistema serotoninergico, glutammatergico e dopaminergico.
Tuttavia le cause precise di questo disturbo non sono ancora del tutto chiare e definite dal punto di vista biologico e altri studi saranno necessari in tale ambito.

Cause psicologiche

Come già approfondito nel precedente articolo sull’argomento, alcuni individui, a causa di esperienze spiacevoli o dolorose nella loro infanzia, elaborano pensieri aggressivi, rabbiosi od ostili che producono in loro un’intensa gratificazione: è qui che si creano le “fondamenta” delle ossessioni, poiché in seguito, questi pensieri generano un fortissimo senso di colpa, una colpa che diventa spesso un vero e proprio tormento.

Per fronteggiare questi vissuti di colpa, la persona ossessivo-compulsiva inizia ad eseguire dei che nella sua realtà psicologica sono utili per “annullare” i pensieri ostili che gli sono venuti in mente. Questo però genera una sorta di “circolo vizioso” nella mente del soggetto ossessivo-compulsivo il quale da un lato non può più fare a meno di pensare a questi contenuti ostili (ossessioni) e dall’altro è costretto a mettere in atto i rituali che servono ad annullare tali contenuti (compulsioni).

In ambito familiare, un’eccessiva attenzione alle norme morali da parte dei genitori così come un atteggiamento ipercritico contribuiscono a creare un ambiente emotivo che favorisce la futura insorgenza di ossessioni e compulsioni. L’eccessivo criticismo facilità la nascita di pensieri ostili che alla lunga possono far sentire il bambino come non accettato dai genitori e di conseguenza inadeguato o peggio ancora non degno d’amore.

La paura di una frattura relazionale induce il bambino a pensare che il legame coi genitori sarà salvaguardato soltanto se manterrà un comportamento ineccepibile. L’affetto del genitore viene pertanto sentito come “condizionato” e andrà a generare quelle rigidità di pensiero per cui “se mi comporto bene o se penso cose adeguate, l’altro mi vorrà bene, in caso contrario, verrò disapprovato”.

Le cause del disturbo ossessivo compulsivo secondo la teoria psicodinamica

Le cause psicodinamiche alla base del disturbo ossessivo compulsivo sono state oggetto di numerose teorie e analisi da parte di psicoanalisti di fama internazionale. Queste teorie cercano di esplorare i conflitti inconsci e le dinamiche psicologiche profonde che contribuiscono allo sviluppo del disturbo ossessivo compulsivo.

Una delle teorie più influenti è quella di Sigmund Freud, che ha descritto il disturbo ossessivo compulsivo come una manifestazione di conflitti intrapsichici irrisolti. Secondo Freud, il disturbo ossessivo compulsivo è il risultato di una fissazione nella fase anale dello sviluppo psicosessuale che avviene tra i 18 mesi e i tre anni di età.

Durante questa fase, il bambino impara a controllare i movimenti intestinali e a sviluppare una relazione complessa con il concetto di pulizia, controllo e ordine. Se il bambino sperimenta un eccessivo rigore o una mancanza di supporto durante questa fase, potrebbe sviluppare tratti ossessivi e compulsivi come modo per gestire l’ansia e la vergogna associata ai bisogni di controllo.

Un altro importante contributo psicoanalitico viene da Melanie Klein, che ha sottolineato il ruolo delle fantasie inconsce e delle relazioni oggettuali nel disturbo ossessivo compulsivo. Klein ha proposto che le persone con disturbo ossessivo compulsivo lottano con angosce persecutorie e depressogene che emergono dalle relazioni primarie con le figure genitoriali. Le compulsioni, in questo contesto, possono essere viste come tentativi di riparare o neutralizzare le fantasie aggressive e i sentimenti di colpa associati.

Anche Donald Winnicott ha contribuito alla comprensione psicodinamica del disturbo ossessivo compulsivo, introducendo il concetto di “falso Sé”. Secondo Winnicott, individui con disturbo ossessivo compulsivo potrebbero sviluppare un falso Sé come meccanismo di difesa per proteggere il vero Sé dalle richieste dell’ambiente percepite come opprimenti. Le compulsioni e le ossessioni diventano quindi un modo per mantenere una parvenza di controllo e stabilità mascherando i bisogni e i desideri autentici che sono stati repressi.

La teoria dell’attaccamento di John Bowlby offre un’altra prospettiva sulle cause psicodinamiche del disturbo ossessivo compulsivo. Bowlby ha suggerito che le esperienze di attaccamento insicuro durante l’infanzia possono predisporre un individuo allo sviluppo di disturbi d’ansia, incluso il disturbo ossessivo compulsivo. Un attaccamento ansioso o evitante può portare a una maggiore vulnerabilità all’ansia e a una difficoltà nel gestire le emozioni favorendo così il ricorso a comportamenti ossessivi e compulsivi come tentativi di autocontrollo e di riduzione dell’angoscia.

Inoltre, i meccanismi di difesa descritti da Anna Freud, come l’isolamento dell’affetto, la formazione reattiva e l’annullamento, giocano un ruolo cruciale nella dinamica psicologica del disturbo ossessivo compulsivo. L’isolamento dell’affetto comporta una separazione tra pensieri e sentimenti che permette all’individuo di affrontare pensieri ossessivi senza essere sopraffatto dalle emozioni corrispondenti.

La formazione reattiva implica l’adozione di atteggiamenti e comportamenti opposti ai desideri inconsci, come manifestare un’iper-pulizia per contrastare impulsi percepiti come sporchi o inaccettabili. L’annullamento consiste invece in atti mentali o comportamentali volti a neutralizzare o cancellare i pensieri indesiderati, un meccanismo che è chiaramente osservabile nelle compulsioni.

La psicoanalisi contemporanea ha ampliato queste teorie classiche integrando approcci più recenti come la teoria delle relazioni oggettuali e la psicologia del Sé. Le teorie proposte da autori come W.R.D. Fairbairn e Otto Kernberg, mettono in luce come le relazioni precoci e le rappresentazioni interne delle figure genitoriali possano influenzare profondamente il funzionamento psichico e contribuire al disturbo ossessivo compulsivo.

Secondo questa prospettiva, gli individui con disturbo ossessivo compulsivo potrebbero avere interiorizzato figure genitoriali critiche o punitive che perpetuano un ciclo di auto-giudizio. In tale contesto, le compulsioni rappresenterebbero dei veri e propri tentativi di “espiazione”.

La psicologia del Sé, sviluppata da Heinz Kohut, offre un’altra chiave di lettura delle dinamiche sottostanti il disturbo ossessivo compulsivo. Essa si focalizza sulle difficoltà nel consolidamento del Sé e nel mantenimento della coesione interna. Kohut ha suggerito che i problemi nella regolazione dell’autostima e nella capacità di auto-rassicurarsi possono portare a comportamenti compulsivi come tentativi di ristabilire un senso di integrità e di valore personale. Le compulsioni possono quindi essere viste come tentativi di risolvere una frammentazione del Sé e di ottenere una rassicurazione che non è stata adeguatamente fornita nelle prime interazioni di attaccamento.

La teoria dell’inconscio collettivo di Carl Jung, dall’altro lato, può offrire ulteriori spunti di riflessione sulle cause psicodinamiche del disturbo ossessivo compulsivo. Jung ha proposto che oltre all’inconscio personale, esiste un inconscio collettivo che contiene archetipi e simboli condivisi tra tutti gli esseri umani. Le ossessioni e le compulsioni possono essere interpretate come espressioni di conflitti archetipici e di dinamiche collettive che trascendono l’esperienza individuale, suggerendo una dimensione più ampia e universale del disturbo.

L’approccio psicodinamico al disturbo ossessivo compulsivo non si limita solo all’esplorazione dei conflitti interni e delle dinamiche infantili ma include anche la comprensione delle interazioni attuali e delle dinamiche relazionali che perpetuano il disturbo. Ad esempio, la teoria della triangolazione familiare, proposta da Murray Bowen, esamina come le tensioni irrisolte nelle relazioni familiari possano manifestarsi attraverso sintomi ossessivi e compulsivi in un membro della famiglia fungendo pertanto da tentativo di stabilizzare il sistema familiare.

In conclusione, le cause psicodinamiche del disturbo ossessivo compulsivo sono complesse e multifattoriali e chiamano in causa una combinazione di conflitti intrapsichici, dinamiche relazionali e meccanismi di difesa. La comprensione di queste cause richiede un’analisi approfondita delle esperienze infantili, delle relazioni significative e delle strategie di coping adottate dall’individuo per gestire l’ansia e i conflitti interni. Attraverso l’esplorazione di questi aspetti, la psicoanalisi offre strumenti preziosi per comprendere e trattare il disturbo ossessivo compulsivo, mirando a risolvere i conflitti profondi e a promuovere un maggiore equilibrio psicologico.

 

Come uscire dal disturbo ossessivo compulsivo?

Innanzitutto, è importante premettere che la cura del disturbo ossessivo-compulsivo è strettamente legato al tipo di personalità del soggetto, così come al livello di gravita del disturbo stesso.

Intraprendere una terapia con uno psicologo o uno psicologo online è spesso di vitale importanza nel trattamento di un disturbo invalidante come quello ossessivo-compulsivo. Ma in diverse situazioni può non bastare.

In generale, gli interventi più efficaci per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo sono di tipo psicologico e farmacologico. In diversi casi, ma combinazione di entrambe le tipologie di trattamento risulta particolarmente efficace.

Trattamenti psicologici

Ci sono diversi trattamenti psicologici che possono sortire importanti risultati terapeutici, quali la psicoterapia con prevenzione della risposta (E/RP) che espone il paziente direttamente allo stimolo fonte di ossessioni: è una terapia efficace ma molto stressante per il paziente.
La terapia cognitivo-comportamentale e la psicoterapia psicodinamica sono due tipologie di trattamento che contribuiscono in maniera significativa al superamento delle problematiche ossessivo-compulsive.

Nel trattamento psicodinamico del disturbo ossessivo-compulsivo si lavora principalmente sui vissuti profondi e sui conflitti alla base di tale sofferenza psichica, così come sul significato dell’angoscia e del senso di colpa che i pensieri intrusivi suscitano nel paziente: un lavoro complesso e articolato che tuttavia può dare alla lunga risultati decisivi.

Farmacoterapia

Nelle forme più severe di disturbo ossessivo-compulsivo, il ricorso alla farmacoterapia è necessario, anche perché in tali contesti psicopatologici il sintomo è talmente invalidante da inficiare anche l’esito di un percorso psicologico.

I farmaci più efficaci nel trattamento di tale disturbo sono quelli che influiscono sul sistema serotoninergico. Andando a interagire in questo sistema di neurotrasmettitori, tali famaci riducono in maniera considerevole i sintomi e migliorano il tono dell’umore alleviando l’ansia.

Bisogna tuttavia tenere conto del fatto che la terapia farmacologica per il disturbo ossessivo-compulsivo non può essere uguale per tutti i pazienti. Bisogna tenere conto della diversità tra soggetto e soggetto sia per quel che concerne la gravità e strutturazione del sintomo ossessivo sia per quel che riguarda la tolleranza del farmaco. Per tale motivo è sempre importante rivolgersi ad uno psichiatra che a partire dalla raccolta dell’anamnesi e dall’analisi della sintomatologia del paziente, può impostare il trattamento farmacologico più adeguato.

Considerazioni finali

In conclusione, possiamo affermare che il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è una condizione psicopatologica complessa e debilitante che si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni ricorrenti.

Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali intrusivi e indesiderati che causano ansia o disagio significativo. Le compulsioni, invece, sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali che un individuo sente di dover compiere in risposta a un’ossessione o secondo regole rigide che devono essere applicate per prevenire o ridurre l’ansia, oppure per prevenire qualche evento o situazione temuta.

Le persone affette da disturbo ossessivo compulsivo spesso riconoscono che le loro ossessioni e compulsioni sono eccessive o irragionevoli ma si sentono comunque incapaci di controllarle. Questo disturbo può manifestarsi in diverse forme e con diverse intensità influenzando significativamente la qualità della vita di chi ne soffre.

Un aspetto distintivo del disturbo ossessivo compulsivo è la presenza di un ciclo continuo “ossessione-compulsione” in cui le ossessioni provocano un’intensa angoscia che porta l’individuo a impegnarsi in compulsioni nel tentativo di alleviare questa angoscia. Tuttavia, l’esecuzione delle compulsioni tende a fornire solo un sollievo temporaneo e le ossessioni riemergono poco dopo, perpetuando così il ciclo.

Le ossessioni tipiche del disturbo ossessivo compulsivo possono includere preoccupazioni riguardo la contaminazione, dubbi ricorrenti, bisogno di simmetria, pensieri aggressivi o sessuali inappropriati. Ad esempio, una persona potrebbe avere una paura irrazionale di essere contaminata da germi o sporco, o potrebbe dubitare costantemente di aver chiuso a chiave la porta di casa o spento il forno. Questi pensieri sono spesso intrusivi e disturbano significativamente la vita quotidiana della persona.

Le compulsioni nel disturbo ossessivo compulsivo possono variare ampiamente e includere comportamenti come lavarsi le mani in modo eccessivo, controllare ripetutamente che porte e finestre siano chiuse, contare o ripetere parole in modo ritualizzato, riordinare oggetti in un certo modo, pregare costantemente per scongiurare un evento negativo. Questi comportamenti sono spesso eseguiti secondo regole rigide e in modo ritualizzato e possono occupare molto tempo della giornata dell’individuo interferendo con le sue normali attività.

Il disturbo ossessivo compulsivo può esordire in qualsiasi momento della vita: i sintomi possono iniziare a manifestarsi durante l’infanzia, l’adolescenza o la prima età adulta. La prevalenza del disturbo ossessivo compulsivo nella popolazione generale è stimata intorno al 2-3% e può colpire uomini e donne in egual misura.

Una caratteristica cruciale del disturbo ossessivo compulsivo è l’impatto negativo che ha sulla vita della persona. Questo disturbo può interferire con il funzionamento sociale, occupazionale e scolastico dell’individuo causando notevoli difficoltà nelle relazioni interpersonali e spesso portando a isolamento sociale. Le persone che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo possono sentirsi inadeguate, vergognarsi dei loro sintomi e temere il giudizio degli altri, il che può ulteriormente contribuire al loro disagio emotivo.

Il disturbo ossessivo compulsivo è una condizione cronica, il che significa che può persistere a lungo termine e richiedere una gestione continua. Un percorso psicologico o un percorso psicologico online sono di vitale importanza per la risoluzione dei sintomi per un paziente ossessivo compulsivo.

La gravità dei sintomi può variare nel tempo, con periodi di miglioramento seguiti da peggioramenti. È essenziale per le persone affette da disturbo ossessivo compulsivo riconoscere la natura del loro disturbo e cercare di comprendere i meccanismi alla base delle loro ossessioni e compulsioni per poter gestire meglio la loro condizione.

In conclusione, il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo psicologico complesso caratterizzato da ossessioni e compulsioni che causano un notevole disagio e interferenza nella vita quotidiana dell’individuo. La comprensione del disturbo ossessivo compulsivo è fondamentale per riconoscere l’impatto che ha sulla vita delle persone e per promuovere una maggiore consapevolezza e comprensione della condizione nella società e per poter richiedere l’aiuto psicologico più adatto.

 

 

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